Caorso

Caorso
Borghi piacentini itinerari piacentini Lungo il Po

prima tappa della strada cosiddetta caorsana che porta da Piacenza a Cremona, accoglie nel suo territorio comunale la bellissima Rocca, oggi sede del Municipio

itinerari piacentini

Attraversato dal torrente Chiavenna fanno da sfondo al paese di Caorso, che si incontra percorrendo l’antica via Postumia, i vicini pioppeti del Po che lasciano spazio a quella che è stata denominata la “cattedrale atomica”, nota anche con il nome di Arturo e cioé la centrale elettronucleare, innalzata negli anni ’70 ed oggi dismessa.

Il fiume Chiavenna, che attraversa il paese, divide Caorso in due borgate, quella principale a sinistra, con la bella Rocca Mandelli, oggi sede del Municipio, le scuole, i negozi, le abitazioni, e quella sulla riva destra con la chiesa dell’Assunta, ricca di notevoli affreschi risalenti al XV secolo, e l’asilo costruito dalla popolazione e dedicato ai caduti in guerra. Il territorio comprende le frazioni di Muradolo, Fossadello, Roncarolo, Zerbio

Prima di giungere a Caorso, provenendo da Piacenza, in località Fossadello, si fa tappa a Boschi Celati, uno dei templi della cucina piacentina, da sempre Agriturismo d’eccellenza della provincia piacentina, ideale anche come sosta dove soggiornare nelle camere e piccoli appartamenti che si affacciano sulla corte. Boschi Celati è rinomato ed apprezzato anche per l’organizzazione di eventi grazie al parco verde che si stende attorno alla struttura, che si affianca alle ampie sale interne per consentire di accogliere, e servire al meglio, sia piccole cerimonie come anche gruppi numerosi. 

 

il Po a Caorso

Un pò di storia

Le notizie sulle origini del suo territorio sono contrastanti, poichè secondo alcuni, Orsa, sorella del vescovo piacentino Podone, con la sorella Imelda, nell’819, avrebbe fondato la Chiesa dell’Assunta dotandola di 576 pertiche di terra e, da Cà Ursa quindi “Caorso”, traduzione dialettica di Casa dell’Orsa. Secondo altre fonti le origini andrebbero attribuite alla regina Cunegonda, contessa del Lussemburgo, moglie dell’imperatore Enrico II; diversa ancora è l’opinione dello storico di castelli piacentini Andrea Corna, per il quale Caorso deriverebbe da casa Ursilia.

Di certo si sa che la bella Rocca, sede oggi del Municipio, fu fondata nel 1200 come baluardo di Piacenza contro la città di Cremona.
Il fortilizio non impedì comunque, nove anni dopo, ai cremonesi di distruggere Caorso. La Rocca fu espugnata nel 1258 dai Ghibellini di Oberto Pallavicino e servì come base di incursioni contro i piacentini.
Nel 1385 Gian Galeazzo, per ricompensare della collaborazione data alla cattura di Bernabò Visconti, dona a Ottone Mandelli il feudo di Caorso, e alla famiglia lombarda rimane per quattro secoli e mezzo ad eccezione di temporanee concessioni a Manfredo Scotti, Pietro Pusterla e Francesco Serafini.
Nel 1522 il paese dovette subire il vano tentativo di occupazione da parte dei francesi. Il marchese Bernardino, ultimo dei Mandelli, lasciò nel 1827 la Rocca e le sue terre agli ospizi civili di Piacenza.

 

Caorso